VEDOVI

Camillo Vittici
Iscriz. S.I.A.E. n.118123

 

 

PRIMO: Ciao. Anche tu qui ancora al cimitero?

SECONDO: Ancora qui anche oggi come ogni giorno

PRIMO: Ci hanno lasciati soli troppo presto…

SECONDO: Te le ricordi le nostre mogli com’erano?

PRIMO: Io la mia me la ricordo; ne avevo solo una… E tu?

SECONDO: Anch’io me la ricordo; ne avevo solo una anch’io, ma faceva per due, pace all’anima sua

PRIMO: Perché faceva per due?

SECONDO: Anche se lei si faceva chiamare la mia metà era il doppio di me

PRIMO: Sicuro di non esagerare? Non penso che la tua Maria…

SECONDO: Aveva un paio di tette che sembravano un pallone aerostatico

PRIMO: Beh sì, a quanto mi ricordo aveva più respingenti lei che un carro merci

SECONDO: Portava la decima…

PRIMO: Non come quello delle donne di oggi che sembra ci sia passato sopra uno schiacciasassi...

SECONDO: Sembravano due scolapaste che quando si girava muoveva l’aria più di un ventilatore. Erano come le montagne russe. Ci potevi piantare su i vagoncini del Luna Park

PRIMO: Sicuro di non esagerare?

SECONDO: Esagerare? Un giorno che le si era rotta la collana e che le sono caduti i corallini proprio lì in mezzo…

PRIMO: In mezzo…

SECONDO: In mezzo; proprio lì appena sotto la gola, insomma… dentro. Un giorno che le si era rotta la collana e che le sono caduti i corallini proprio lì in mezzo pensa che dopo tre giorni ne stava uscendo ancora qualcuno

PRIMO: Ma non sarà stato facile trovarle in negozio dei reggiseni così grandi…

SECONDO: Infatti! Glieli dovevano fare personalizzati. L'ultimo anno, per farle il reggipetto, hanno dovuto usare due paracadute

PRIMO: Addirittura due paracadute…

SECONDO: E non solo; due giorni dopo che l’ha indossato si è accorta che c'erano ancora attaccati i due paracadutisti

PRIMO: E coi vestiti come la metteva?

SECONDO: Come la mettevano, vorrai dire… Per prenderle le misure la mettevano in piedi in mezzo alla stanza. La sarta, per girarle attorno per prenderle la circonferenza, doveva usare il motorino. E aveva le sue piccole manie

PRIMO: Tipo?

SECONDO: Aveva avuto l’idea di mettersi quei cosi, quella specie di orecchini sull’ombelico come adesso usano fare tutti

PRIMO: Non vedo niente di straordinario per mettersi un piercing proprio lì

SECONDO: Altro che piercing! Le hanno attaccato il cerchio dell’hula-hoop

PRIMO: Beh, grossina era davvero un po’ grossina; non per niente in paese la chiamavano la Maria Tettona. Avevi veramente una moglie veramente assennata

SECONDO: Nel senso che era piena di senno?

PRIMO: No, piena di seno!

SECONDO: Quando si alzava dal sedile dell'autobus al suo posto si sedevano in quattro…

PRIMO:  Lo so, lo so… O, almeno, si sapeva…

SECONDO: Non sono mai riuscito ad abbracciarla tutta intera nemmeno una volta

PRIMO: Perché?

SECONDO: Avrei dovuto mettere la prolunga alle braccia, ma non l’hanno ancora inventata. E in quanto al peso non scherzava

PRIMO: Capisco; sarà stata necessaria una bilancia ben resistente

SECONDO: Altro che resistente. Siccome a casa la nostra arrivava a mala pena ai 100 chili quando si pesava per controllare se avesse perso qualche etto doveva usare la pesa dei carretti

PRIMO: Ma avrete avuto almeno un letto con le molle rafforzate

SECONDO: Non solo… Quando si girava nel letto dovevo stare attento a tirarmi subito in parte, altrimenti... hai presente cosa diventa uno che è andato a finire sotto uno schiacciasassi?

PRIMO: Ma ha mai tentato di fare qualche dieta? Una cura dimagrante insomma…

SECONDO: Non solo ne ha provate un sacco, ma senza risultati

PRIMO: Ma oggi ci sono dei buoni prodotti dimagranti…

SECONDO: Quanti soldi in farmacia... Alla mattina, dopo la scodella del caffè e latte con tre pani e una fetta di torta al cioccolato, una bustina di “ Magra e smilza”;

PRIMO: Beh, dopo il caffè, il latte, la torta al cioccolato…

SECONDO: A pranzo, dopo mezzo chilo di polenta e lucanica, una pastiglia di “Kalo”, che per me voleva dire “Non Kalo di peso, ma cresco di fame”

PRIMO: Beh, dopo la polenta e la lucanica…

SECONDO: Dopo cena, dopo un chilo di pastasciutta e una fetta di quattro etti di stracchino, tre cucchiai di “Linea snella, magra e bella”…

PRIMO: Beh, dopo un chilo di pastasciutta…

SECONDO: Ma calare... proprio niente! Nemmeno un grammo… Anzi, ti ricorderai di quella volta che sono passati i bambini della scuola davanti a casa…

PRIMO: Per forza, la scuola è lì di fronte

SECONDO: La maestra gli fa: “Bambini, cosa vi ricorda questa signora?”

PRIMO: E loro?

SECONDO: “La mongolfiera, signora maestra.”

PRIMO: Bei villani. Ma proprio tutti hanno risposto così?

SECONDO: Veramente tutti no. Insomma... tutti meno uno

PRIMO:  Menomale che almeno uno educato c’era... E quello cos’ha risposto?

SECONDO: “La balena, signora maestra!”. Ma non è finita

PRIMO: Racconta…

SECONDO: Un’estate siamo andati al mare. Dopo aver girato una mezza giornata per trovare la Pensione, dico alla Maria: “Aspetta lì che vado a vedere se è questo il nostro albergo”

PRIMO: Dove l’hai lasciata?

SECONDO: In mezzo al giardino lì davanti e io entro. Trovo il portinaio e gli chiedo se è quella la Pensione “Il vapore”

PRIMO: Si chiamava “Il Vapore” la pensione?

SECONDO: La chiamano il Vapore perché lì in parte passa il treno una trentina di volte al giorno e penso sia per quello che era meno cara delle altre

PRIMO: E cosa ti risponde il portinaio?

SECONDO:  Quello mi dice:” Certo che è questa la Pensione “Il vapore”, ma guardi che, prima di entrare, dovrebbe spostare il pulmino che ha lasciato nel giardino”

PRIMO: Pace all’anima sua, povera Maria

SECONDO: Sì, adesso riposa in pace, ma, per farla riposare in pace, le abbiamo dovuto prima fare il funerale

PRIMO: Per forza, mica l’avrai buttata nella discarica comunale

SECONDO: Forse lì mi sarebbe costata meno

PRIMO: Qualche spesuccia per il funerale si doveva pur fare…

SECONDO: Se la chiami spesuccia tu… Intanto la cassa. Spesa doppia perchè, larga come era la Maria e col giro vita e giro seno che aveva, ho dovuto farne fabbricare una apposta, quasi il doppio di quelle normali. Quasi un… armadio

PRIMO: Certo, con le sue misure poveretta…

SECONDO: E il loculo? Ho dovuto comperarne quattro assieme, due sotto e due sopra, per farcela stare

PRIMO: Direi proprio che un po’ di soldi ti è costata in quella dolorosa occasione. Ma almeno finisce tutto lì

SECONDO: Finisce tutto lì una madonna! E la macchina per trasportala al cimitero?

PRIMO: Eh già, c’era anche quella

SECONDO:  Siccome le balestre non tenevano ho dovuto affittare un trattore con tanto di carro agricolo dietro. Insomma spese su spese! Beato te che hai dovuto spendere molto meno per il funerale della tua Cesira che era magra come un chiodo

PRIMO: Ma che dici chiodo? Era così magra che uno stuzzicadenti era più grosso di lei

SECONDO: Lo so, me la ricordo bene. Infatti la chiamavano la Cesira Stecchina

PRIMO: Pensa che, quando le hanno fatto il funerale, nella cassa ho dovuto mettere tre o quattro mattoni, altrimenti quelli che la portavano sulle spalle, avrebbero detto che non le davo da mangiare

SECONDO: Ma le davi da mangiare?

PRIMO: Come no! “Mangia Cesira”, le dicevo sempre, e lei “Non ho fame”. E io, per farla mangiare “Guarda che un giorno o l’altro, quando vado a pescare, ti uso al posto del verme”

SECONDO: Povera Cesira…

PRIMO: Quando eravamo a letto e mi giravo, se non stavo attento, il suo gomito mi si infilava nelle costole. Tre volte mi ha bucato il polmone

SECONDO: Come uno scheletro allora…

PRIMO: Ancora più magra di uno scheletro… Pensa che, quando dovevano farle i raggi, bastava metterla contro sole e le si vedeva tutto lo stesso

SECONDO: Quando poi si metteva il pigiama a righe… vedevi una riga appena

PRIMO: Allora chissà che reggipetto portava… Altro che quello della mia Maria

SECONDO: Le andava larga anche la prima; la sarta glieli faceva con la marcia indietro

PRIMO: Un giorno, mentre pranzava, non le va giù un’oliva tutta intera?

SECONDO: Giù… tutta intera? Senza masticarla?

PRIMO: Giù tutta intera, senza masticarla

SECONDO: E cos’è successo? Le è andata di traverso?

PRIMO: No, non è successo niente, ma il giorno dopo tutti quelli che la incontravano le chiedevano se fosse incinta di sei mesi!

SECONDO: Ma vi sarete rivolti a qualche medico per trovare la causa di tanta magrezza

PRIMO: Altrochè se l’ho portata!

SECONDO: E cosa le hanno trovato?

PRIMO: La Cesira aveva il tirolo che le funzionava troppo…

SECONDO: Il Tirolo? Quello dei tedeschi?

PRIMO: No, non quello; quella ghiandola che abbiamo tutti di traverso alla gola

SECONDO: La tirolide, vorrai dire

PRIMO: Proprio quella! Aveva tutti gli esami sbagliati. Il TG1, il TG2 e il TG3

SECONDO: Magari anche Rete 4…

PRIMO: Ma, nonostante tutte le cure, stecchino era e stecchino è rimasta

SECONDO: Comunque non passa giorno che io non vada a portare un fiore sulla tomba della mia Maria. E tu?

PRIMO: Non passa anno che io non vada a portare un fiore sulla tomba della mia Cesira

SECONDO: Un fiore per anno?

PRIMO: Ma non sai quanto durano i fiori di plastica? Comunque mi fermo sempre una decina di minuti davanti alla sua tomba. E le parlo…

SECONDO: Alla tomba?

PRIMO: No, alla Cesira

SECONDO: E cosa le dici?

PRIMO: Cesira, Cesira mia, perché mi hai lasciato? Perché hai lasciato solo e disperato tuo marito? Come farò senza di te? Anche se sei partita verso il paradiso da ormai due anni lo sai bene che sono in estrema difficoltà a trovare la camicie, i calzini, le mutande…

SECONDO: Il tuo dolore è davvero disperato e sincero…

PRIMO: Come farò, Cesira, a sapere quale cravatta mettere che si abbini coi vestiti? Tu eri perfetta per queste cose! Magari rompevi un po’, ma la casa era tutta ordinata. Adesso sono io che devo scopare il pavimento, lavare i piatti, rifare il letto. Mi manchi Cesira

SECONDO: Quasi quasi mi commuovi… Beh, anch’io mi fermo spesso davanti alla tomba della mia Maria

PRIMO: E le dici qualcosa?

SECONDO: A chi? Alla tomba?

PRIMO: No, alla Maria

SECONDO: “Sapessi quanto bevo per dimenticarti Maria…”. Guardo la sua fotografia e a volte sembra che mi guardi

PRIMO: Come… sembra che ti guardi?

SECONDO: Forse non te lo ricordi, ma la mia Maria, oltre che grassa, era anche strabica

PRIMO: Sì, mi pare di ricordare che fosse un po’ strabica

SECONDO: Un po’ strabica? Ma se gli occhi guardavano le orecchie!

PRIMO: Mo non potevi farla ritoccare?

SECONDO: Chi? La Maria?

PRIMO: No, la fotografia; oggi con il computer lo fanno come niente

SECONDO: L’ho detto al fotografo di raddrizzarle gli occhi sulla foto della tomba, ma l’ha ritoccata un po’ troppo e così adesso gli occhi guardano dritti alla punta del naso

PRIMO: Comunque scusami, ma ti devo dire una cosa…

SECONDO: Prima me la dici e poi vedo se ti devo scusare

PRIMO: E’ per via dell’epitaffio che le hai scritto sulla lapide

SECONDO: Perché? Cosa c’è che non va?

PRIMO: Guarda che ne la ricordo bene l’iscrizione che le hai messo

SECONDO: E allora?

PRIMO: Allora non penso che sia stato gentile scriverle: “Dopo una vita trascorsa insieme il Signore ti ha voluto con sè. Che Egli sia benedetto”

SECONDO: E la tua invece? Ti sembra migliore?

PRIMO: Beh; cos’è che non va?

SECONDO: “Qui riposa mia moglie Cesira, donna instancabile, ha amato la vita, suo marito e anche tutto il paese”.