Autore: Camillo Vittici l mio
VOCI DAL PRESEPE
Di Camillo Vittici
I PERSONAGGI
GIUSEPPE
MARIA
MELCHIORRE
GASPARE
BALDASSARRE
L’ANGELO
IL FABBRO
IL PESCATORE
LA DONNA DELLA FRITTATA
IL PASTORE
LA LAVANDAIA
LA TESSITRICE
LA DONNA DELL’ACQUA
LO ZAMPOGNARO
L’INGINOCCHIATO
IL PANETTIERE
BABBO NATALE
(Una baracca. Sopra la Stella Cometa)
Le statuette del Presepe, dopo un anno di attesa, si risvegliano e prendono posto attorno alla capanna. Cicalecci, proteste e nuove idee nell’attesa di rendere omaggio al nuovo Nato. Ma la parte dei protagonisti la faranno i tre Magi. C’è anche un intruso… Babbo Natale che sarà cacciato a malo modo. E un po’ di ironia, in questa storia, non guasta affatto…
ATTO UNICO
MELCHIORRE: Stop! Fermi!
GASPARE: Che c’è Melchiorre? Hai visto qualche animale feroce?
BALDASSARRE: Devi fare un bisognino?
MELCHIORRE: No, la stella si è fermata
GASPARE: Che novità! Tutte le notti se ferma la stella, altrimenti non riusciremmo a riposare continuando a rincorrerla
BALDASSARRE: Magari potessimo prenderla per la coda e farci trascinare
MELCHIORRE: No, non solo si è fermata, ma si è anche abbassata su quella baracca lì
GASPARE: Non mi dirai che colui che cerchiamo abita in questa bidonville
BALDASSARRE: Capirei un palazzo o in una reggia
GASPARE: Uhm, qui c’è qualcosa che non quadra
MELCHIORRE: Il nostro navigatore non sbaglia mai e non si è mai sbagliato
BALDASSARRE: Guarda Melchiorre che il navigatore satellitare non l’hanno ancora inventato
MELCHIORRE: Perché? La stella non è il nostro navigatore? Se non è satellitare la stella… Quando si posa vuol dire… Arrivo
GASPARE: Ma guarda che in questo posto non ci starebbero nemmeno le galline
BALDASSARRE: Magari non ci saranno le galline, ma qualche animale sì; non è certo un profumo di lavanda che esce da lì
MELCHIORRE: Sentite voi due; finite di brontolare e vediamo se c’è qualcuno che la abita. C’è qualcuno?
GASPARE: Mi sembra che non risponda nessuno
BALDASSARRE: Per forza non risponde nessuno; se ci sono solo animali…
GASPARE: Magari è piena notte e stanno dormendo
BALDASSARRE: Con questo freddo?
GASPARE: Vedrai che un sistema per riscaldarsi l’avranno trovato
MELCHIORRE: Io direi di aspettare domattina; col chiaro valuteremo meglio la situazione. Sediamoci qui fuori e facciamoci un sonnellino
GASPARE: Dimmi un po’ Melchiorre; ci vuoi dire finalmente cosa tieni in quella scatola?
MELCHIORRE: Vabbè, ormai siamo arrivati e ve lo posso dire. Cosa si regala al Re dei Re?
GASPARE: Una corona?
BALDASSARRE: Lo scettro? Magari un mantello di ermellino
MELCHIORRE: Non ne avete imbroccata una. Comunque non facciamoci sentire e parliamo a bassa voce; non vorrei che qualche malintenzionato…
BALDASSARRE: Ho capito; hai delle monete di Cesare Augusto
GASPARE: Ma dove eravamo quando siamo partiti quelle monete lì non ci sono, le usano solo da queste parti
MELCHIORRE: Sentite, non facciamola lunga; è oro
GASPARE: Oro? Oro… come?
MELCHIORRE: Una bella pepita nuova fiammante. E tu Gaspare cosa ti sei portato?
GASPARE: Saranno circa quattro etti di incenso
BALDASSARRE: E cosa se ne fa dell’incenso?
GASPARE: La senti la puzza che esce dalla baracca? Se colui che cerchiamo è lì dentro ne avrà bisogno di incenso da bruciare per neutralizzare gli odori. E tu Baldassarre? Cos’hai lì di bello?
BALDASSARRE: Birra
GASPARE: Scusa, forse non ho capito bene. Birra hai detto?
BALDASSARRE: Certo, birra. Ho mandato un’ambasciatore a Melchiorre per avere un consiglio sul regalo da portare e lui mi ha inviato la sua risposta… porta della birra
MELCHIORRE: Baldassarre, non so se sia stato l’ambasciatore a non aver capito bene o tu che sei un po’ sordastro, ma ti assicuro che io ti ho suggerito di portare della mirra, non la birra
BALDASSARRE: E adesso cosa faccio? Dove vado a prendere della mirra?
GASPARE: Scusa un attimo Baldassarre, io questa mirra non so cosa sia
BALDASSARRE: La mirra è una resina profumata, serve per ungere il corpo, fa bene alla tosse, al raffreddore, insomma a quelle malattie che è facile buscarsi con questo freddo
MELCHIORRE: Ma come ti è venuto in mente di portarti delle birre?
BALDASSARRE: Io pensavo fosse giusto; anche la birra serve a scaldarsi; una buona pinta e ti scaldi, e come!
GASPARE: Ma se la devi dare a un bambino al posto del latte capirai che non è il caso…
BALDASSARRE: Va bè, torno indietro finchè trovo un negozio di mirra. Però io da solo non vado; se non venite anche a voi io mi tengo la mia birra e non mi schiodo di qui
MELCHIORRE: Visto che ormai abbiamo fatto tanta strada assieme non sarà la fine del mondo se ne facciamo un po’ d’altra a ritroso. Partenza?
GASPARE: Dai, andiamo. Prima partiamo e prima arriviamo
BALDASSARRE: E la stella la lasciamo qui?
MELCHIORRE: Mica è un cagnolino da portarcela al guinzaglio. La vedremo da lontano e ci dirà il punto esatto in cui dobbiamo tornare
GASPARE: In marcia allora! (Escono. Entrano il pescatore e la donna della frittata)
PESCATORE: Eh no; non è giusto. Scusami tanto, lì davanti alla stalla ci devo stare io. Del pesce fresco è quello che ci vuole per Maria e per Giuseppe per non parlare del bambino. Più fosforo vuol dire più intelligente e vedrete che ometto verrà su col mio pesce
DONNA DELLA FRITTATA: Calma calma pescatore. Vuoi mettere le proteine che può offrire la mia frittata? Le uova delle mie galline sono un buon combustibile per il corpo e vedrete che fisico si farà quel bambinello
PESCATORE: La frittata per un bambino appena nato? Ma sei scema? Ma fammi il favore… Al limite preparagli del couscous, del formaggio, della carne di montone, ma non la frittata
DONNA DELLA FRITTATA: La mia frittata è uno dei cibi più sani e genuini; costa poco e nutre molto, tutte qualità che servono in questo luogo dove tutti siamo poveri. Quindi mi sembra che il posto d’onore spetti solo a me
PESCATORE: A noi vorrai dire; non dimenticarti che siamo arrivati assieme
DONNA DELLA FRITTATA: Senti, ho un’idea. Prima che arrivino le altre statuine io direi di metterci una da una parte e uno dall’altra così occupiamo i primi posti. L’importante però che la frittata non si raffreddi
PESCATORE: Se fa freddo è meglio; il mio pesce si conserverà meglio
DONNA DELLA FRITTATA: Beh, la mia frittata è ben calda e, tanto, manca poco alla mezzanotte. Dai, prendiamo posto; stanno arrivando altri. (Entrano il fabbro e la lavandaia)
LAVANDAIA: Ehi, voi due! Che ci fate lì? Guardali lì i signori che si sono presi i primi posti. Via di lì voi due. Quel posto tocca a me. La lavandaia è indispensabile
DONNA DELLA FRITTATA: Senti carina, di solito si dice pettegola come una lavandaia e tu non fai eccezione
LAVANDAIA: Per forza, devo pure fare valere le mie ragioni. Chi laverà i panni del bambino? Io! Chi li stenderà ad asciugare?
DONNA DELLA FRITTATA: Ad asciugare? Ma come faranno ad asciugare col freddo che fa? Il sapone che usi ti deve essere entrato nel cervello. Sarò io a metterli accanto al mio braciere dove ho cotto la frittata
FABBRO: Sentite donne; non fatemi venire la testa così con le vostre chiacchiere. La statuina più importante sono io; il fabbro
PESCATORE: Ma cosa centri tu col presepe?
FABBRO: Cosa centro io? Sentilo lui… Chi li prepara gli attrezzi per Giuseppe? Dovrà pure lavorare per mantenere la famiglia. Cosa credete, che basti un po’ di frittata e un pesce puzzolente per sfamarli per il futuro? È il lavoro che occorre a loro e, senza ferri del mestiere, non si va da nessuna parte e, con quello che gli regalate voi, non arriverebbero a fine mese
LAVANDAIA: Ma se non ci fossi io a preparare dei panni puliti li prenderebbero solo per degli extracomunitari
PESCATORE: Ti faccio presente che sono davvero degli extracomunitari; sono arrivati qua da lontano solo per il censimento e poi torneranno al loro paese
LAVANDAIA: Questo non vuol dire che non possano avere degli abiti decenti. (Entra il venditore d’acqua col secchio)
DONNA DELL’ACQUA: Cos’ho sentito io? Che qui c’è qualcuno che vuole lavare dei panni? E come farebbe senza la mia acqua? E come farebbero a lavarsi la faccia se io non mi preparassi proprio lì accanto alla porta? E come faresti tu a raffreddare i tuoi ferri dopo averli forgiati senza la mia acqua? (Man mano che entrano i vari personaggi si mettono ai primi posti e gli altri si dispongono ai lati. Entra il panettiere)
PANETTIERE: E secondo te ci si potrebbe riempire lo stomaco solo di acqua? Ma dai, senza del buon pane non ci si nutre. Vorrò ben vedere quando apriranno quella porta se non avranno fame. Sentitelo il profumo del pane fresco..
PESCATORE: Se poi ci aggiungi un bel pesce sarà una colazione con i fiocchi
DONNA DELLA FRITTATA: Macchè pane e pesce, frittata e pesce vorrai dire. (Entra lo zampognaro)
ZAMPOGNARO: A me sembrate tutti matti; ma vi rendete conto del freddo che fa? Se non ci fossi io a suonare la zampogna e a farvi ballare nessuno si riscalderebbe. Movimento, movimento gente e vi riscalderete
PESCATORE: Se c’è un matto qui sei proprio tu. Ma cosa credi; di essere arrivato in una discoteca?
ZAMPOGNARO: Discoteca o balera è l’unico modo di farvi scaldare. Un po’ di lambada, di salsa, di merenghe…
FABBRO: Certo, manca solo il disk jokey e le luci psichedeliche e facciamo una mega festa
ZAMPOGNARO: Però ci scalderemmo. (Entra il pastore con una pelle di pecora al collo)
PASTORE: Ma smettila di dire stupidate! Guarda tu se, per scaldarsi, la gente deve saltare come tante marionette. No no, via di lì voi due; al primo posto ci devo stare io
DONNA DELL’ACQUA: E perché dovresti stare la primo posto?
PASTORE: Guardate che ho sentito quello che avete detto finora. Qual è il problema più importante? Stare al caldo e, per stare al caldo, cosa c’è di meglio se non la lana di questa pelle di una delle mie pecore? Un bel maglione pesante, due bei mutandoni di lana e possono fare a meno della frittata, dei pesci e di tutte le cianfrusaglie che avete portato e anche dei vostri balli, come si chiamano? Ah, la lombata e le meringhe…. (Entra la tessitrice con l’arcolaio)
TESSITRICE: Ah, che ridere!
ZAMPOGNARO: E tu cos’hai da ridere? Ti hanno raccontato una barzelletta?
TESSITRICE: Le barzellette le raccontate voi. D’accordo, hai le pecore che ti danno la lana, ma poi chi la fila la lana per poterla poi lavorare a fare quel maglione e quei mutandoni? Io, la tessitrice
FABBRO: Ma per tosare le pecore ci vogliono i miei attrezzi, altrimenti come fai? Strappi loro i peli uno per uno?
DONNA DELLA FRITTATA: Chissà che male poverino
FABBRO: E allora ci vogliono i miei ferri, vedete come sono importante?
PASTORE: Sono più importanti le mie pecore; se non ci fossero loro addio maglione e mutandoni
PESCATORE: Ma la smettete di litigare voi due? Manca poco a mezzanotte e noi stiamo qui a discutere a chi tocca stare vicini alla baracca
DONNA DELLA FRITTATA: Forse sarebbe stato meglio avere la macchinetta automatica che distribuisce i biglietti coi numerini
ZAMPOGNARO: Ma siccome la macchinetta non l’abbiamo sta a noi decidere la priorità
PANETTIERE: Scusate un attimo, ma quello chi è?
TESSITRICE: Quale?
PANETTIERE: Quello che sta lì tutto nascosto dietro l’albero
TESSITRICE: Senti tu, vieni qua un attimo. (Entra l’Inginocchiato. Tiene costantemente le braccia aperte. Si inginocchia all’estremità degli altri)
PESCATORE: E questo chi è? Lo conoscete?
FABBRO: Mai visto, mai entrato nella mia bottega
LAVANDAIA: Mai lavato i panni per lui
DONNA DELL’ACQUA: Da me non è mai venuto a dissetarsi
DONNA DELLA FRITTATA: Io lo conosco; l’ho visto ancora nel villaggio. Lo chiamano il matto perché non parla
ZAMPOGNARO: E meno male che c’è qualcuno che sta zitto. Sembrate tutte galline di un pollaio. Senti un po’ buon uomo, si può sapere cosa ci fai qui?
PANETTIERE: Guarda carino che qui tutti hanno un regalo da portare e tu sei qui a mani vuote
TESSITRICE: Bella figura ci farai
PESCATORE: Sentite, magari è venuto solo a curiosare; mettiamolo lì in un angolo; un posticino non si nega a mai a nessuno, neanche ai matti
TESSITRICE: Ehi tu, chi sei tu che hai la pretesa di occupare i primi posti?
PESCATORE: E cosa fai lì inginocchiato? Qui non si sa quando aprono
INGINOCCHIATO: Quando mi hanno costruito mi hanno fatto così; devo stare continuamente in ginocchio, ma sapeste che male…
DONNA DELL’ACQUA: Male dove?
INGINOCCHIATO: Come male dove? Al ginocchio, no! A forza di stare in questa posizione mi è venuta un’artrite dell’accidenti
DONNA DELLA FRITTATA: E non te lo sei mai fatto vedere?
INGINOCCHIATO: Certo che me lo sono fatto vedere. Il dottore ha detto che è tutta colpa della posizione; ha detto di cambiare ginocchio
LAVANDAIA: E tu cambialo allora
INGINOCCHIATO: Magari, ma se mi hanno costruito così devo per forza stare così
FABBRO: Ma non te l’hanno data una cura?
INGINOCCHIATO: Sì, ho spalmato il grasso del maiale, ma non funziona
PANETTIERE: Per me te lo sei inventato
INGINOCCHIATO: Inventato io? Guarda qua. Certificato medico: “Artrosi del ginocchio destro con atrofia pressoché totale della cartilagine”. Ci credi adesso?
LAVANDAIA: E io che dovrei dire allora? Guarda le mie mani; li vedi questi geloni a forza di lavare nell’acqua gelida? È come se avessi dentro le formiche
DONNA DELLA FRITTATA: Perché io no, allora? Le vedi queste scottature sulle mia dita a forza di cuocere la frittata?
FABBRO: Anch’io ho sempre gli occhi rossi per le troppe ore che passo a forgere il ferro
ZAMPOGNARO: E i miei polmoni allora? Peggio del tuo mantice per ravvivare il fuoco. Il dottore mi ha detto che ho un enfisema polmonare a forza di soffiare in questa zampogna. Dovrei prendere l’assegno di invalidità permanente, ma nessuno mi crede
PESCATORE: Mi sa che qui non ce ne sia uno sano. Vedeste i miei piedi come sono diventati a stare in acqua così a lungo. Sembrano due barche marce e incrostate
TESSITRICE: Anch’io anch’io…
PANETTIERE: Anche tu cosa?
TESSITRICE: Ho la pelle delle dita tutta tagliuzzata e secca a forza di dipanare la lana e fra un po’ non sapranno più filare. Ma chissà quando mi daranno la pensione…
INGINOCCHIATO: Certo che, fra tutti, potremmo metter su un bell’ospedale con tutte le specialità
PASTORE: Non è vero! Manca la dermatologia, ma, per quella, ci sono io
ZAMPOGNARO: Perché, tu cosa avresti?
PASTORE: Se non vi mettete a ridere vi dirò che… No, mi vergogno…
DONNA DELLA FRITTATA: Ma dai, non fare il timidone
PASTORE: Beh, ecco… Non l’ho mai detto a nessuno, ma sono allergico alla lana delle pecore. Quando le tocco mi viene la pelle tutta rossa con un prurito dell’accidenti. E non vi dico cosa sento adesso con questa pelle di pecora attorno al collo. (Tutti ridono)
DONNA DELL’ACQUA: Scusate, ma…
TESSITRICE: Ma… cosa?
DONNA DELL’ACQUA: Mi stavo chiedendo una cosa…
DONNA DELLA FRITTATA: Che cosa?
DONNA DELL’ACQUA: Ma si può sapere cosa ci facciamo qui tutti assieme e proprio questa notte?
FABBRO: Dai, non fare l’oca; lo sai benissimo che ogni anno in questo periodo la gente ci toglie dai nostri scatoloni e ci fa il presepe
DONNA DELL’ACQUA: Forse non hai capito… Non potrebbe toglierci dallo scatolone in estate così avremmo meno freddo e meno magagne?
LAVANDAIA: Senti bellina; guarda che il compleanno viene una volta all’anno, stesso mese, stesso giorno e lui nasce il 25 dicembre
DONNA DELLA FRITTATA: Che scema; fare il presepe a ferragosto; sarebbe proprio da ridere, dai… E poi dicono che il matto è quello lì…
PASTORE: E poi c’è anche la stella che illumina la notte; se non è un segno questo…
BABBO NATALE: (Si odono campanelli e entra Babbo Natale col sacco dei doni). Eccomi gente, Babbo Natale è arrivato! L’avevate la paura che non venissi… E invece, come ogni anno, eccomi qua
FABBRO: Ma questo chi è?
PESCATORE: Cosa centra questo vecchio con noi?
DONNA DELLA FRITTATA: Ma guarda che vestito ridicolo!
PASTORE: Ma da dove spunta? Mai visto un tipo simile
LAVANDAIA: Non è che sia spuntato un altro dei tre re magi che con lui fanno quattro?
TESSITRICE: Per me è un extracomunitario; basta vedere con che vestito ridicolo si presenta…
PANETTIERE: Che sia un marziano? Insomma, un extraterrestre?
ZAMPOGNARO: Ma va, qui dal cielo è caduta solo la stella. Senti un po’ tu; si può sapere chi sei?
BABBO NATALE: Ve l’ho già detto chi sono. Mai sentito parlare di Babbo Natale? Vengo dalla Svezia…
PANETTIERE: Da dove?
BABBO NATALE: Veramente non ricordo se sono partito dalla Svezia o dalla Groenlandia… Sapete, l’età è quella che è…
PESCATORE: E dove si troverebbe quel paese lì?
DONNA DELLA FRITTATA: Magari dalle parti di Gerusalemme
PASTORE: No, mai sentito un paese del genere. Per me viene dalla Galilea, magari al di là del lago
LAVANDAIA: Magari da un posto dove si coltivano le spezie. Hai detto che vieni dalla Spezia?
BABBO NATALE: Svezia, non Spezia; insomma da un paese molto a nord dove il giorno e la notte durano entrambi sei mesi
TESSITRICE: Il giorno e la notte durano sei mesi? Ma sei sicuro che non sei uscito da un manicomio?
BABBO NATALE: Ho già capito; voi in geografia dovete essere davvero un po’ scarsi. Insomma, sono venuto sulla mia slitta trainata dalle mie renne…
INGINOCCHIATO: Slitta? Renne? Ma di cosa parli? Qui abbiamo solo asini, muli e carretti
BABBO NATALE: Sentite, teniamola corta; sono venuto a portarvi dei regali
ZAMPOGNARO: Regali a noi?
BABBO NATALE: Certo, a voi, a chi se no?
DONNA DELL’ACQUA: Ma guarda che qui sta per nascere un bambino
BABBO NATALE: Benissimo! Adoro i bambini. Sapete che faccio? Mi calo dal camino…
PANETTIERE: Quale camino? Qui non c’è nessun camino! E, anche se ci fosse, non so come faresti a calarti dal camino con quel pancione che hai
BABBO NATALE: Ma il bambino è nato o no?
FABBRO: Non ancora, ma ormai dovrebbe essere l’ora
BABBO NATALE: Sentite brava gente; io devo fare un giro molto lungo per cui i regali li lascio a voi. A te che fai la lavandaia lascio… vediamo che c’è nel sacco… lascio una bella scatola di detersivo. Contenta?
LAVANDAIA: A cosa serve? Si mangia?
BABBO NATALE: Mettilo nell’acqua e te ne accorgerai da sola. A te pescatore un bel mulinello
PESCATORE: Non mi dirai che tieni un vero mulino in quel sacco, magari anche con la ruota che gira
BABBO NATALE: Prendi, attaccalo alla tua canna e vedrai come ti verranno meglio i lanci nel fiume. A te che fai la frittata una bella pentola elettrica che ti risparmierà la fatica di rivoltarla continuamente
DONNA DELLA FRITTATA: Elettrica? Cosa vuol dire?
BABBO NATALE: Tranquilla, appena costruiranno una bella centrale atomica lo scoprirai da sola
PANETTIERE: Senta buon uomo, vedo che stanno arrivando i Re Magi e, se la trovano qua, sono capaci di arrabbiarsi e cacciarla in malo modo. Quindi le consiglio di andarsene da dove è venuto
BABBO NATALE: Ah sì, non mi volete? Ebbene, continuerò il mio viaggio in cerca di bambini cui portare i miei regali. Voi tenete i vostri muli e io tornerò dalle mie renne. E da queste parti non mi vedrete più. Buongiorno a tutti. (Esce)
ZAMPOGNARO: Zitti zitti! Lì dentro si è accesa una luce
DONNA DELLA FRITTATA: Si sono svegliati
PANETTIERE: Pronti con i regali!
PASTORE: Zitti! Zitti! (Si apre la porta. Sul fondo Maria e il bimbo. Esce Giuseppe, attacca all’esterno un fiocco azzurro e rientra)
DONNA DELL’ACQUA: E’ nato! E’ nato! E’ un maschio!
DONNA DELLA FRITTATA: Ma allora sei scema davvero! Certo che è maschio! Tutti gli anni nasce maschio! E sì che è da un sacco di tempo che ci mettono attorno alla baracca e ormai dovresti saperlo
DONNA DELL’ACQUA: Sì, però, se fossero, almeno una volta, due gemelli…
FABBRO: Senti ragazza, mi sa che l’acqua dei tuoi panni ti sia entrata nel cervello. La cosa migliore che tu possa fare è startene zitta. (Entra l’Angelo)
ANGELO: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama. Per Maria giunse il tempo di partorire e diede alla luce il suo figlio primogenito. Lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'albergo. E’ nato fra i pastori che vegliano all'aperto facendo la guardia al loro gregge.
ZAMPOGNARO: Alt! Scusa un attimo… Certo che è nato fra i pastori, e noi che non siamo pastori allora? Ti sei dimenticato di noi. Io sono il fabbro, lei la lavandaia e lui il pescatore…
ANGELO: Allora correggo… E’ nato fra i pastori che vegliano all'aperto, il fabbro, la lavandaia e il pescatore
TUTTI GLI ALTRI: Anche noi! Ci siamo anche noi!
ANGELO: Allora correggo… però per l’ultima volta e non fate casino! E’ nato fra i pastori che vegliano all'aperto, il fabbro, la lavandaia e il pescatore e tutti gli altri che sono qui presenti. Va bene adesso? E ora lasciatemi andare, contenti? E anche oggi ho fatto il mio lavoro straordinario, ma non so se me lo pagheranno. Ah, dimenticavo, devo dire una cosetta ai tre Magi, ma dove sono? Eccoli qua che arrivano. Se la prendono comoda loro. Gli altri tutti qua e loro a fare i turisti chissà dove.(Entrano i Magi)
MELCHIORRE: Che sudata! E che corse, ma per fortuna siamo arrivati in tempo
GASPARE: Certo che tu con la tua birra ci hai fatto fare una bella sgambata e meno male che la mirra l’abbiamo trovata
BALDASSARRE: Beh, capita a tutti di sbagliare, no?
GASPARE: Sicuramente, ma tutto il tempo che abbiamo impiagato a cercare la mirra è stato un vero peccato
BALDASSARRE: Chi è senza peccato scagli…
MELCHIORRE: Alt! Ma cosa dici?
BALDASSARRE: Come cosa dici?
MELCHIORRE: Mica la devi dire tu quella frase
BALDASSARRE: Quale frase?
MELCHIORRE: Chi è senza peccato scagli la prima pietra
GASPARE: Perché non la può dire?
MELCHIORRE: Perché i diritti d’autore per poterla dire spetta solo a lui
BALDASSARRE: Chi… lui?
MELCHIORRE: Aspetta qualche anno e lo scoprirai da solo
GASPARE: E tutta questa gente che ci fa?
BALDASSARRE: Guarda che ogni anno questa gente è qui attorno; si vede che stai invecchiando
GASPARE: Io starò invecchiando, ma qui non cambia un bel niente; hanno tutti gli stessi regali di ogni anno
MELCHIORRE: Perché noi? Non abbiamo anche noi gli stessi regali?
BALDASSARRE: E’ vero; potremmo cambiare ogni tanto. Per esempio…
MELCHIORRE: Per esempio?
BALDASSARRE: Non so… Magari un forno a microonde per scaldargli il latte
GASPARE: Un forno… a che cosa? Cosa sono le microonde?
BALDASSARRE: Non so, m’e venuto così, insomma, mi piaceva la parola
MELCHIORRE: Ma non dire cavolate Baldassarre. Meglio portare sempre le stesse cose. Dopo tutto l’oro ha sempre lo stesso valore, anzi, il suo valore lo mantiene sempre e aumenta ogni anno nonostante la svalutazione galoppante
GASPARE: Anche l’incenso ha sempre lo stesso profumo, non cambia mai
BALDASSARRE: E la birra allora?
MELCHIORRE: E dagli ancora con la birra…
BALDASSARRE: Volevo dire la mirra; l’unica sostanza che mantiene sempre le sue caratteristiche, resistente all’inquinamento e al mutare dei tempi
LAVANDAIA: Ehi, voi tre, la volete finire di blaterare? Non vedete che la baracca si è aperta?
BALDASSARRE: Come osi parlare così a noi? Lo sai almeno chi siamo?
LAVANDAIA: Certo che lo so; ogni anno siete qui tra i piedi con i vostri ridicoli regali
BALDASSARRE: L’avevo detto che era ora di cambiare. Comunque noi tre ce ne stiamo qui in parte buoni buoni a riposare dopo tutta questa camminata
ANGELO: Melchiorre, ti devo dire una cosa
BALDASSARRE: Perché a lui e a me no? Chi sono io? Sono anch’io come lui
GASPARE: Tu stai zitto che fra Mirra e birra ci hai fatto perdere un sacco di tempo
MELCHIORRE: Cos’hai da dirmi ragazzo?
ANGELO: Come ragazzo? D’accordo che alla tua età la vista può andare in trasferta, ma non le hai viste queste?
MELCHIORRE: Quali… queste?
ANGELO: Le ali no? Altro che ragazzo, io sono un angelo, un angelo del Signore
BALDASSARRE: Quale Signore?
ANGELO: Come… quale Signore? L’unico che c’è! Mica ti sarai fatto una birra per sparare queste stupidate
GASPARE: Bravo! Indovinato! Lui sì che di birra se ne intende
MELCHIORRE: E allora dimmi tutto
ANGELO: Ma te lo devo dire in un orecchio
BALDASSARRE: Non è giusto, lo voglio sentire anch’io
GASPARE: E io non voglio essere di meno
ANGELO: Allora lasciamo perdere. Te lo dico più tardi. Adesso me ne vado davvero. Qui fa un freddo cane ed è meglio che risalga nell’alto dei cieli dove si sta decisamente meglio. (Esce. Entra Giuseppe e Maria)
FABBRO: Eccoli! Sono usciti! Non vi sembra che sia giunto il momento di sentire cos’ha da dire Giuseppe?
GIUSEPPE: Ma guarda che bella sorpresa! Siamo felici che siate venuti anche quest’anno. Siete gli unici amici che abbiamo e vi siamo grati per la vostra compagnia e per i vostri doni.
LAVANDAIA: Dicci del bambino Giuseppe; sta bene?
GIUSEPPE: Benissimo, bello e pacioccone
TESSITRICE: E Maria? Ha sofferto Maria?
GIUSEPPE: Sembra di no. Io mi ero appisolato e quando mi sono svegliato l’ho trovato lì già in fasce che succhiava ben affamato
DONNA DELL’ACQUA: Ma ha fatto tutto da sola? Senza la levatrice?
GIUSEPPE: Tutto da sola. È stata bravissima. Nessun lamento. Grazie comunque. Grazie a tutti. Però mi sembra che qui manchi qualcuno..
FABBRO: Ma no, ci siamo tutti
DONNA DELL’ACQUA: Vuoi vedere che hanno dimenticato qualcuno nella scatola delle statuine?
PESCATORE: Ma no, di solito l’ultimo ad uscire è il matto
DONNA DELLA FRITTATA: A meno che una sia caduta nel portarla qui nel presepe
GIUSEPPE: Magari mi sbaglio, ma… (Gira attorno ai personaggi). L’avevo detto io che mancava qualcuno! (Indica l’Inginocchiato ). Eccolo qua. Perché l’avete messo così in disparte?
DONNA DELLA FRITTATA: Primo… perché non ha mai detto una parola finora
PESCATORE: Secondo… perché non ha con sé nessun regalo
LAVANDAIA: Terzo… perché ho un’espressione stupida
GIUSEPPE: Maria! Vieni qua; l’ho trovato; porta anche il bimbo
MARIA: Ma è appena nato, prenderà freddo
PASTORE: Nessun problema; ci penso io. (Copre con la pelle di pecora il bimbo). Vai tranquilla che con questa non avrà freddo, a meno che non sia allergico anche lui…
TESSITRICE: Ma che bello questo bambino. Sembra tutto a te Giuseppe; è la tua immagine spiaccicata
GIUSEPPE: A me? Veramente a me non dovrebbe assomigliare
DONNA DELL’ACQUA: Ma come? Certo che assomiglia a te. I maschi assomigliano tutti al loro papà
GIUSEPPE: Che assomigli a me non credo proprio
LAVANDAIA: Scusa sai, ma dopo tutto sei tu il suo padre, o no?
GIUSEPPE: In un certo senso… sì
ZAMPOGNARO: Come in un certo senso?
GIUSEPPE: Nel senso che… Beh, certo, sono io il padre di Gesù. Se Maria è mia moglie vuol dire che Gesù è mio figlio; chiaro, no?
MARIA: (Raggiunge Giuseppe vicino all’Inginocchiato). È questo che cercavi Giuseppe?
GIUSEPPE: Eccolo qua; lo dicevo io che mancava qualcuno
MARIA: Di solito gli altri anni stava vicino alla baracca
GIUSEPPE: Si può sapere perché l’avete nascosto?
DONNA DELLA FRITTATA: Vi faccio rispettosamente notare che questo non ha portato nessun regalo per voi
FABBRO: E’ vero, sta lì a braccia aperte come una mummia imbalsamata
PESCATORE: Magari è muto
PASTORE: Magari è scemo
LAVANDAIA: Magari è suonato come una campana
TESSITRICE: Come che cosa? Come una… campana?
DONNA DELL’ACQUA: E cosa sarebbe una campana?
LAVANDAIA: Io non lo so cos’è una campana, ma di solito si dice così. Dovrebbe essere una cosa che suona…
ZAMPOGNARO: Se qui c’è una cosa che suona questa è la mia zampogna
PANETTIERE: Comunque non cominciare a suonarla perché mi sembra di sentire il miagolio di un gatto
ZAMPOGNARO: Miagolio di un gatto la mia zampogna? La musica è arte caro mio. E tu cosa suoni?
PANETTIERE: Cosa suono? Senti, sta zitto, altrimenti io le suono a te; capito, testa di rapa?
GIUSEPPE: Ehi, calma! Cosa sono queste parole? Non ammetto che si debba litigare in questa notte santa
MARIA: E poi potreste svegliare il bambino
DONNA DELLA FRITTATA: Sta tranquilla perché, se l’hai appena allattato, quello dormirà per un po’ come un ghiro. Ma, se il latte non ti basta, c’è sempre la mia frittatina
FABBRO: A me comunque piacerebbe sapere perché date tanta importanza ad un individuo che sta lì a braccia aperte come un incantato e senza neppure un regalo
MARIA: Beh, se è solo per quello ripariamo subito. Alzati Inginocchiato. (Mette il bambino fra le braccia dell’Inginocchiato). Come potete vedere ora ha qualcosa anche lui
PESCATORE: Ma non è giusto!
PASTORE: E non è neanche democratico
LAVANDAIA: Ma come? Se ne è stato lì finora senza dire una parola e adesso è al centro dell’attenzione
TESSITRICE: E per di più tiene in braccio il bambino
DONNA DELL’ACQUA: Io avrei una proposta da fare
ZAMPOGNARO: Sentiamo questa proposta
DONNA DELL’ACQUA: Sciopero!
PANETTIERE: Giusto! Facciamo sciopero
FABBRO: Scusa panettiere, ma cos’è questo sciopero
PANETTIERE: Non lo so, è stata la donna dell’acqua a dire che facciamo sciopero. Senti tu; ce lo vuoi spiegare cos’è questo sciopero?
DONNA DELL’ACQUA: Sciopero vuol dire che ci sediamo tutti come hanno fatto i tre Magi e i regali ce li teniamo per noi
FABBRO: Allora dovremmo fare un sindacato; che senso ha fare uno sciopero senza un sindacato
PESCATORE: E cos’è questo sindacato?
PANETTIERE: E’ un gruppo di persone che fa i nostri interessi e che organizza lo sciopero
PESCATORE: Io ci sto
DONNA DELLA FRITTATA: E ci sto anch’io
ZAMPOGNARO: E come lo chiamiamo?
LAVANDAIA: Io direi… CISL!
TESSITRICE: E cosa vuol dire?
LAVANDAIA: Comitato Incazzato Statuine di Legno
DONNA DELL’ACQUA: Approvato
PANETTIERE: E adesso cosa si fa?
MARIA: Ve lo dico io cosa si fa. Lasciate da parte le vostre piccole beghe e pensate a quello per cui siete venuti. Come ogni anno, in questo fantastica notte, è nato il Salvatore
GIUSEPPE: Scusa Maria, non sarebbe meglio chiamarlo Gesù, il nome che l’Angelo ti ha suggerito quando ti è apparso per dirti che saresti diventata sua madre?
TESSITRICE: E’ vero; dopo tutto non siamo in Sicilia…
DONNA DELL’ACQUA: Cosa centra la Sicilia?
TESSITRICE: In Sicilia si chiamano quasi tutti Salvatore e non vorrei che lo confondessimo con un siciliano
MARIA: Certo che siete dei brontoloni come una pentola di fagioli. Allora… Come ogni anno, in questo fantastica notte, è nato Gesù. Va meglio adesso? Voi siete i più fortunati poiché siete i primi ad avere la gioia di vederlo, di assistere a questo grande evento
GIUSEPPE: Per cui niente sciopero e offrite i vostri doni
DONNA DELL’ACQUA: Ha ragione, finiamola con queste storie cretine e facciamo quello per cui siamo venuti. (L’inginocchiato passa da ognuno a mostrare il bambino. I doni vengono consegnati a Giuseppe)
FABBRO: Ecco qua; la pialla e la sega; ne avrai bisogno quando tornerai nella tua Nazharet per mantenere la tua famiglia. I tempi sono grami e, se non hai un lavoro, come lo sfamerai quel bimbo qui?
PESCATORE: Io ti regalo i miei pesci. Sono freschi, insomma, appena pescati e tutti sani
MARIA: Infatti si dice sano come un pesce
PESCATORE: E l’acqua del fiume non è inquinata e, se si volesse, si può anche bere
DONNA DELLA FRITTATA: Eccola la mia frittata. Se non è utile al bambino servirà a sfamare voi due che, a quanto pare e visto che siete finiti in una baracca per partorire, non ve la passate poi tanto bene. Una buona dose di proteine per Maria che in un baleno si rimetterà in forma e farà fare tanto latte per questo piccolo affamato
PASTORE: La mia pelle di pecora già ha ricoperto il piccolino. Qui fa freddo in questa stagione e la potrete mettere anche nella sua culla
GIUSEPPE: Culla? Quale culla? L’abbiamo messo nella mangiatoia dove c’è della paglia e del fieno. La culla la costruirò appena saremo tornati a casa con la pialla e la sega
TESSITRICE: Prendi questa matassa di filo; è fatta con lana di pecora e di cammello; ne otterrai dei vestiti caldi per proteggere il bimbo in questa stagione fredda, senza contare per tutti i pannolini che avrete bisogno quando lo dovrete cambiare
LAVANDAIA: Ah, che ridere!
TESSITRICE: Perché che ridere?
LAVANDAIA: Voglio ben vedere come si concerà la sua pelle a contatto con i pannolini di lana di cammello! Chissà che prurito e che grattate! Questi sono panni lindi, puliti, lavati di fresco e soprattutto morbidi. Nel pentolone ho messo della cenere e ora sono di un bianco che più bianco non si può. E non ho certo usato quella cosa che mi ha regalato quel ridicolo omino grasso e rosso… Quello della slitta e delle renne
PANETTIERE: E qui c’è un bel pane fresco e profumato. Farà bene a te Maria e ti farà avere tanto latte per questo tuo bambino che, a vederlo, sembra proprio abbia l’aspetto di uno che, in quanto a fame, non scherza davvero. Basta vedere come è ben piantato…
DONNA DELL’ACQUA: Questo è un secchio di acqua limpida; dovrai pure lavarlo di tanto in tanto. Sta pur sicura che non gli rovinerà la sua pelle morbida. Io porto solo acqua di fonte che sgorga dalla roccia viva, mica come quella delle pozzanghere con dentro un sacco di girini, di foglie secche e terra
ZAMPOGNARO: E io, per tenervi allegri e mantenere questa bellissima e dolce atmosfera, vi suonerò qualcosa di mio. Servirà a rilassare il piccolo e farlo dormire serenamente. (Brano di cornamusa, anche in play beack. Alla fine tutti applaudono)
MELCHIORRE: Ora è la nostra volta. Dell’oro per voi, che sia sostentamento economico per la vostra vita futura
GASPARRE: Dell’incenso per voi, perché sia dato onore e gloria al Re dei Re appena nato
BALDASSARRE: Della mirra da parte mia; che sia linimento per il corpo di questo nuovo nato e delizia per questa sacra famigliola
MARIA: Grazie, un grande grazie di tutto cuore. Purtroppo abbiamo bisogno di tutto e tutti voi, Magi e amici, con i vostri grandi o piccoli doni, ci state davvero aiutando. Dovremo continuare di nuovo questo nostro viaggio, ma lo faremo con lo spirito più caldo e risollevato
GIUSEPPE: Grazie anche da me; vi vogliamo bene
MELCHIORRE: Giuseppe, vorrei dirti una cosa…
GIUSEPPE: Dimmi Melchiorre
MELCHIORRE: Vorrei dirtela in… privato
MARIA: Fra noi non ci sono segreti
MELCHIORRE: Ma questo è importante…
GIUSEPPE: E allora dimmi; mettiamoci qui in parte
MELCHIORRE: Giuseppe, tu e la tua famiglia siete in pericolo
GIUSEPPE: In pericolo noi? Perché dovremmo essere in pericolo?
MELCHIORRE: Il vostro pericolo è Erode
GIUSEPPE: Scusa Melchiorre… Ma cos’abbiamo a che fare noi con Erode? Un Re non si interessa certo di noi
MELCHIORRE: Devi sapere che… che inavvertitamente gli abbiamo detto che è nato un Re, Gesù
GIUSEPPE: E allora?
MELCHIORRE: E’ roso dall’invidia e teme che qualcuno, un giorno, lo possa spodestare
GIUSEPPE: E quindi?
MELCHIORRE: Quindi dobbiamo prendere un’altra via per il ritorno poiché Erode ci chiederebbe dove è nato il Bambino e… temo proprio per lui
GIUSEPPE: Ma chi è quel balordo che ti ha detto questa panzana? Non è che alla tua età l’arteriosclerosi o magari l’Altzeimer…
MELCHIORRE: Me l’ha detto un Angelo
GIUSEPPE: Sei sicuro?
MELCHIORRE: Come lo stessi vedendo ora, vivo e reale
GIUSEPPE: Beh, se te l’ha detto un Angelo non è certo un balordo. Anche a me questa notte è apparso un Angelo. Aspetta aspetta che… ecco, ora ricordo bene… Mi ha detto… “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo”
MELCHIORRE: Come vedi tutto combacia. (Giuseppe ritorna nel gruppo)
GIUSEPPE: Non so come ringraziarvi ancora miei cari amici. Ora sarà meglio che torniate alla vostre case e ai vostri ovili perché si è fatto freddo
MARIA: Vi abbracciamo tutti con calore anche a nome del piccolo Gesù. (Musica pastorale. Tutti abbracciano Maria con il Bimbo ed escono uno per volta. La famigliola ritorna nella capanna)
ANGELO: (Verso il pubblico)
E’ così che con la frode
Quel bel tomo di Erode
Dai Re Magi vuol sapere
Se le lor sono news vere.
Qui mi arriva un altro Re,
non vorrei scalzasse me
quindi ordino ai soldati
di far fuori i nuovi nati.
Sono io che ho detto ai Magi
Che avverranno quelle stragi
Di cambiare il lor ritorno
E di dire a Erode un corno.
Quella dolce famigliola
È rimasta tutta sola
Senza tutti quei pastori
Or saran solo dolori.
Non bastava quell’editto,
ora andran verso l’Egitto
finchè a Erode, quel magnaccia
scorderà quella minaccia.
Gesù è nato e finalmente
Rimarrà fra la sua gente
E senz’altro premierà
Quei di buona volontà.
Quindi allora tutti in coro
Stiamo assieme a tutti loro
Diamo tutti un benvenuto
Al Bambino che è venuto!
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